Mesotelioma pleurico maligno: pneumonectomia extrapleurica versus nessuna pneumonectomia extrapleurica


Gli effetti della pneumonectomia extrapleurica su sopravvivenza e qualità di vita in pazienti con mesotelioma pleurico maligno non sono stati valutati in uno studio randomizzato.

Sono stati valutati gli esiti clinici in pazienti assegnati in maniera casuale a pneumonectomia extrapleurica o a nessuna pneumonectomia extrapleurica nel contesto della terapia trimodale dello studio MARS ( Mesothelioma and Radical Surgery ).

Lo studio multicentrico, randomizzato e controllato è stato condotto in 12 ospedali del Regno Unito e ha coinvolto pazienti di età uguale o superiore a 18 anni con diagnosi di mesotelioma confermata per via patologica e considerati adatti ad essere sottoposti a terapia trimodale.

In una fase di registrazione prima della randomizzazione, tutti i pazienti sono stati sottoposti a chemioterapia di induzione a base di Platino seguita da revisione clinica.

Dopo ulteriore consenso, i pazienti sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1 a pneumonectomia extrapleurica seguita da irradiazione emitoracica post-operatoria o a nessuna pneumonectomia extrapleurica.

Gli endpoint principali erano la possibilità di assegnare in maniera casuale ai trattamenti 50 pazienti in 1 anno ( risultati dettagliati in un altro report ), la proporzione di pazienti randomizzati che sottoposti al trattamento, la proporzione di pazienti eleggibili ( registrati ) che sono stati randomizzati, la mortalità peri-operatoria e la qualità della vita.

E' stato presentato il report principale dello studio MARS.
Le analisi sono state condotte per intention-to-treat.

Nel periodo 2005-2008, sono stati registrati 112 pazienti e 50 sono stati in seguito randomizzati: 24 a pneumonectomia extrapleurica e 26 a nessuna pneumonectomia extrapleurica.

Le principali ragioni che hanno impedito di procedere alla randomizzazione sono state progressione della malattia ( n=33 ), inoperabilità ( n=5 ) e scelta del paziente ( n=19 ).

La pneumonectomia extrapleurica è stata completata in modo soddisfacente in 16 dei 24 pazienti assegnati a pneumonectomia extrapleurica; in 5 pazienti la pneumonectomia extrapleurica non è stata iniziata, e in 3 è stata abbandonata.

Nel gruppo pneumonectomia extrapleurica, 2 pazienti sono deceduti entro 30 giorni e un ulteriore paziente è morto senza lasciare l’ospedale.

Un paziente nel gruppo nessuna pneumonectomia extrapleurica è andato incontro a decesso perioperatorio dopo essere stato sottoposto a pneumonectomia extrapleurica al di fuori dello studio in un Centro non aderente allo studio MARS.

L’hazard ratio [ HR ] per sopravvivenza generale tra i gruppi pneumonectomia extrapleurica e nessuna pneumonectomia extrapleurica è stato pari a 1.90 ( p esatto=0.082 ) e dopo aggiustamento per sesso, sottotipo istologico, stadio ed età alla randomizzazione l’hazard ratio è risultato pari a 2.75 ( p=0.016 ).

La sopravvivenza mediana è stata di 14.4 mesi per il gruppo pneumonectomia extrapleurica e 19.5 mesi per quello senza pneumonectomia extrapleurica.

Dei 49 pazienti randomizzati che hanno acconsentito a una valutazione della qualità di vita ( pneumonectomia extrapleurica n=23; nessuna pneumonectomia extrapleurica n=26 ), 12 nel gruppo pneumonectomia extrapleurica e 19 nell’altro gruppo hanno completato i questionari sulla qualità della vita.

Benché i punteggi mediani di qualità della vita siano risultati più bassi nel gruppo pneumonectomia extrapleurica che in quello senza pneumonectomia extrapleurica, nelle analisi di qualità della vita non sono emerse differenze significative tra i gruppi.

Sono stati riportati 10 eventi avversi gravi nel gruppo pneumonectomia extrapleurica e 2 in quello senza pneumonectomia extrapleurica.

In conclusione, data l’elevata morbilità associata a pneumonectomia extrapleurica in questo studio e in altri studi non randomizzati, uno studio più ampio non è proponibile.

Questi dati, benché limitati, suggeriscono che la chirurgia radicale sotto forma di pneumonectomia extrapleurica con terapia trimodale non offre beneficio e probabilmente è dannosa per i pazienti. ( Xagena_2011 )

Treasure T et al, Lancet Oncol 2011; 12: 763-772

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