Lebrikizumab nel trattamento degli adulti con asma


Molti pazienti con asma non riescono a controllare la malattia nonostante il trattamento con glucocorticoidi per via inalatoria.
Una potenziale causa della variabilità nella risposta al trattamento è l’eterogeneità nel ruolo dell’espressione di interleuchina-13 nel fenotipo clinico dell’asma.
È stato ipotizzato che una terapia anti-interleuchina-13 possa portare beneficio a pazienti con asma che mostrano un profilo pre-trattamento compatibile con attività di interleuchina-13.

Uno studio randomizzato, in doppio cieco, placebo-controllato ha valutato Lebrikizumab, anticorpo monoclonale contro interleuchina-13, in 219 adulti con asma non controllata in modo adeguato nonostante la terapia con glucocorticoidi per via inalatoria.

L’esito primario di efficacia era il cambiamento relativo nel volume espiratorio forzato in 1 secondo ( FEV1 ) pre-broncodilatazione dal basale alla settimana 12.
Tra gli esiti secondari c’era il tasso di esacerbazioni dell’asma in 24 settimane.

Sottogruppi di pazienti sono stati pre-specificati in accordo con lo status basale di cellule T helper di tipo 2 ( Th2; valutato sulla base del livello totale di IgE e sulla conta degli eosinofili ematici ) e con il livello sierico di periostina.

Al basale, i pazienti hanno mostrato un livello medio di FEV1 pari al 65% del valore predetto e stavano assumendo una dose media di glucocorticoidi per via inalatoria di 580 microg al giorno; l’80% stava anche assumendo un beta-agonista ad azione prolungata.

Alla settimana 12, l’aumento medio nel FEV1 è stato di 5.5 punti percentuali più alto nel gruppo Lebrikizumab che nel gruppo placebo ( P=0.02 ).

Tra i pazienti del sottogruppo con alto livello di periostina, l’aumento di FEV1 dal basale è stato di 8.2 punti percentuali più alto nel gruppo Lebrikizumab che nel gruppo placebo ( P=0.03 ), mentre tra i pazienti nel sottogruppo con basso livello di periostina, l’aumento è risultato di 1.6 punti percentuali più alto nel gruppo Lebrikizumab che nel gruppo placebo ( P=0.61 ).

Effetti collaterali muscolo-scheletrici sono risultati più comuni con Lebrikizumab che con placebo ( 13.2% vs 5.4%, P=0.045 ).

In conclusione, il trattamento con Lebrikizumab è risultato associato a un miglioramento nella funzione polmonare.
Pazienti con alti livelli pre-trattamento di periostina sierica hanno mostrato un miglioramento maggiore nella funzione polmonare con Lebrikizumab rispetto ai pazienti con bassi livelli di periostina. ( Xagena_2011 )

Corren J et al, N Engl J Med 2011; 365: 1088-1098



Link: MedicinaNews.it

Farma2011 Pneumo2011

XagenaFarmaci_2011