Studio IND.227: efficacia di Pembrolizumab in associazione con la chemioterapia nel mesotelioma
Uno studio clinico indipendente, IND.227, condotto da tre gruppi cooperativi e coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli IRCCS Fondazione Pascale, dal Canadian Cancer Trials Group ( CCTG ) e dall’Intergruppo cooperativo toracico francese ( IFCT ), ha definito una nuova opzione terapeutica nel mesotelioma pleurico non-operabile o metastatico, una neoplasia molto difficile da trattare.
L’immunoterapia con Pembrolizumab ( Keytruda ) in combinazione con la chemioterapia con Platino e Pemetrexed, in prima linea, ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del 21%.
A 3 anni il 25% dei pazienti trattati con la combinazione era vivo rispetto al 17% con la sola chemioterapia. Anche la sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente migliore.
Lo standard di cura del mesotelioma pleurico per 20 anni è stato rappresentato dalla chemioterapia, con risultati insoddisfacenti.
Lo studio di fase 3 IND.227 ha coinvolto 440 pazienti di 51 Centri in Italia, Canada e Francia.
Il miglioramento della sopravvivenza a 3 anni dell’8% è un risultato significativo in una patologia come il mesotelioma, che ha una prognosi ancora infausta. Lo stesso vale per la sopravvivenza libera da progressione e per la risposta.
La risposta, che equivale alla riduzione delle dimensioni del tumore, è stata ottenuta nel 62% nei pazienti trattati con Pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia rispetto al 38% di quelli trattati con la sola chemioterapia; quasi un raddoppio del tasso di risposta.
I pazienti con mesotelioma spesso sono molto sintomatici e la riduzione delle dimensioni del tumore in genere corrisponde a un miglior controllo dei sintomi respiratori e del dolore.
Ogni anno, in Italia, sono stimati circa 2000 nuovi casi di mesotelioma. Il principale fattore di rischio è costituito dall’esposizione all’amianto, riconosciuta nel 90% delle diagnosi. Per la sua natura di malattia professionale, è attivo un sistema nazionale di sorveglianza con segnalazione obbligatoria. Questi dati confluiscono nel Registro Nazionale Mesoteliomi ( ReNaM ). L’impiego industriale del minerale in Italia è terminato nel 1992, con la legge che ha decretato il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione, ma restano importanti le quantità di amianto presenti ancora nei territori, soprattutto in diverse tipologie di strutture.
Il mesotelioma può insorgere a distanza di decenni dopo l’esposizione all’amianto. Pertanto, oggi, continua ad essere diagnosticato, proprio per l’uso intenso del minerale dal secondo dopoguerra fino all’inizio degli anni Novanta.
I settori più coinvolti sono l’edilizia e l’industria pesante, dai quali deriva il 60% dei casi registrati negli archivi del Registro Nazionale.
In alcune zone d'Italia, come Casale Monferrato, Mestre, Savona e Ancona, il mesotelioma è un tumore frequente, ma nella maggior parte del territorio è raro.
I primi sintomi, di solito presenti da alcuni mesi dal momento della diagnosi, sono dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse. Il segno più frequente è la formazione di liquido pleurico nelle localizzazioni toraciche. ( Xagena_2023 )
Fonte: The Lancet, 2023
Xagena_Medicina_2023