Trattamento di prima linea del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule con espressione di PD-L1 e senza alterazioni geniche driver
Nei pazienti con carcinoma del polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in fase avanzata non-oncogene-addicted la scelta del trattamento si basa principalmente sul livello di espressione di PD-L1, indipendentemente dall’istologia.
Lo studio di fase III KEYNOTE-024 ha randomizzato 305 pazienti affetti da tumore al polmone non-a-piccole cellule metastatico con espressione di PD-L1 maggiore o uguale a 50%, e con performance status ECOG di 0-1 a ricevere Pembrolizumab ( Keytruda ), un anticorpo monoclonale IgG4 anti-PD-1, alla dose totale di 200 mg per via endovenosa ogni tre settimane, fino a un massimo di 35 cicli, o con una chemioterapia standard in base all’istotipo.
La sopravvivenza mediana libera da progressione ( PFS ) era l’obiettivo primario dello studio.
Pembrolizumab ha riportato un tasso di risposte obiettive del 44.8% versus il 27.8% della chemioterapia con una sopravvivenza mediana libera di progressione di 10.3 versus 6.0 mesi, rispettivamente ( hazard ratio [ HR ] 0.50, intervallo di confidenza [ IC ] al 95% 0.37-0.68; p minore di 0.001 ).
La sopravvivenza globale ( OS ) è stata pari a 26.3 mesi ( IC 95%, 18.3-40.4 ) con Pembrolizumab e 13.4 mesi ( 9.4-18.3 ) nel braccio chemioterapia ( HR=0.62; IC 95%, 0.48-0.81 ) nonostante ci sia stato un crossover del 66%, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 31.9% contro 16.3%.
Pembrolizumab è risultato meglio tollerato con eventi avversi di grado 3-5 riportati nel 26.6% dei pazienti rispetto al 53.3% della chemioterapia.
Le reazioni avverse più frequenti riscontrate con Pembrolizumab sono state: diarrea, fatigue e rialzo febbrile ( 10.4% ).
Per le tossicità immuno-correlate di grado 3-4 sono state riportate nel 9.7% e nello 0.7% dei pazienti trattati, rispettivamente, con Pembrolizumab e con chemioterapia.
Inoltre, sia il controllo dei sintomi correlati alla malattia che la qualità di vita sono risultati maggiormente controllati con Pembrolizumab rispetto alla chemioterapia.
Sono stati esclusi dallo studio i pazienti in trattamento sistemico con corticosteroidi o con altri farmaci immunosoppressori, con metastasi cerebrali non-trattate, con malattie autoimmuni in fase attiva trattate con farmaci specifici nei due anni precedenti, con malattia interstiziale polmonare in fase attiva, o con storia di polmonite trattata con terapia steroidea nei due anni precedenti. ( Xagena_2021 )
Fonte: AIOT, 2021
Xagena_Medicina_2021