L’inquinamento di breve periodo da PM2.5 aumenta i ricoveri ospedalieri per cause cardiovascolari e respiratorie


L’evidenza dei rischi per la salute associata ad una breve esposizione a particelle fini ( particolato inferiore o uguale a 2.5microm, PM2.5 ) è limitata.

Uno studio condotto da Ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora ( USA ) ha stimato il rischio di ricovero ospedaliero per cause cardiovascolari e respiratorie, associato ad esposizione di breve periodo a PM2.5.

Sono stati analizzati i dati di 204 centri urbani con una popolazione superiore ai 200.000 abitanti, composta da 11.5 milioni di soggetti, di età superiore a 65 anni che vivevano, mediamente, a 5.9 miglia da un rilevatore di PM2.5.

E’ stato osservato un aumento nel breve periodo della percentuale di ricovero ospedaliero associata al PM2.5 per diagnosi primarie di malattie cerebrovascolari, di malattia periferica e di cardiopatia ischemica, di alterazioni del ritmo cardiaco, di insufficienza cardiaca, di broncopneumopatia cronica ostruttiva e di infezioni respiratorie.

La maggiore associazione è stata riscontrata per l’insufficienza cardiaca con un incremento del rischio dell’1.28% per 10microg/m3 di aumento di PM2.5 nello stesso giorno.

I rischi cardiovascolari tendevano ad essere più alti nei centri localizzati nella regione orientale degli Stati Uniti.

L’esposizione di breve periodo a PM2.5 aumenta il rischio di ricovero ospedaliero per le malattie cardiovascolari e respiratorie. ( Xagena_2006 )

Dominici F et al, JAMA 2006; 295: 1127-1134




MedicinaNews.it

Pneumo2006 Cardio2006