Cancro al polmone non-a-piccole cellule ALK+: Lorviqua, un inibitore della tirosin-chinasi di ALK


E' stato approvato in regime di rimborsabilità Lorviqua ( Lorlatinib ) nei pazienti adulti con cancro al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) ALK+ in stadio avanzato.
Lorviqua trova indicazione nel trattamento in monoterapia dei pazienti che, dopo trattamento con Alectinib o Ceritinib come terapia di prima linea oppure Crizotinib e almeno un altro inibitore tirosin-chinasico ( TKI ) anti-ALK, abbiano presentato una progressione di malattia.

Lorlatinib è un inibitore della tirosin chinasi di terza generazione, disegnato specificatamente per superare la barriera ematoencefalica e agire a livello cerebrale, nonché per essere attivo anche in pazienti precedentemente trattati in cui si siano sviluppate delle mutazioni secondarie di resistenza.

L'approvazione si è basata su uno studio multicentrico non-randomizzato di fase 1/2, noto come B7461001, che ha coinvolto 215 pazienti con cancro NSCLC metastatico ALK+ che erano stati precedentemente trattati con altri farmaci mirati ad ALK ( il 57% era stato precedentemente sottoposto a trattamento con più di uno di questi farmaci ).
Tra questi pazienti, il tasso di risposta globale è stato del 48%.
Nello studio, il 69% dei pazienti aveva una storia di metastasi cerebrali. Il tasso di risposta intracranica è stato del 60%.

Le reazioni avverse più comuni ( maggiori o uguali al 20% ) riportate con Lorlatinib sono state edema, neuropatia periferica, effetti cognitivi, dispnea, affaticamento, aumento di peso, artralgia, effetti sull'umore e diarrea.
Reazioni avverse gravi si sono verificate nel 32% dei pazienti; questi includevano polmonite ( 3.4% ), dispnea ( 2.7% ), piressia ( 2% ), alterazioni dello stato mentale ( 1.4% ) e insufficienza respiratoria ( 1.4% ).
Reazioni avverse fatali si sono verificate nel 2.7% dei pazienti; questi includevano polmonite ( 0.7% ), infarto miocardico ( 0.7% ), edema polmonare acuto ( 0.3% ), embolia ( 0.3% ), occlusione dell'arteria periferica ( 0.3% ) e distress respiratorio ( 0.3% ).

L'interruzione permanente di Lorlatinib per reazioni avverse si è verificata nell'8% dei pazienti; quasi la metà ( 48% ) dei pazienti ha richiesto interruzioni della dose e il 24% ha richiesto almeno una riduzione della dose.

Gli inibitori della tirosin chinasi ALK sono una classe di farmaci capace di bloccare l'azione della proteina mutata, dimostrando efficacia nel trattamento dei tumori che presentano questa alterazione molecolare.
Tuttavia, la maggior parte dei pazienti trattati con gli inibitori TKI di prima generazione va incontro a una progressione della malattia a causa dello svilupparsi di mutazioni secondarie. Sebbene molecole di seconda generazione siano state sviluppate proprio per superare il problema delle resistenze, altre mutazioni di resistenza portano inevitabilmente a una progressione di malattia ulteriore, specialmente a livello del sistema nervoso centrale.

Il cancro al polmone è una delle neoplasie più diffuse, in Italia è la terza più frequente negli uomini e la seconda nelle donne, e causa un numero di decessi superiore a quello di qualunque altra forma di tumore.
Nel corso degli ultimi anni è stato possibile individuare numerose alterazioni molecolari che sono alla base dello sviluppo di questo tumore e che possono rappresentare dei bersagli terapeutici. Fra queste l'alterazione a carico del gene ALK ( Anaplastic Lymphoma Kinase ), un riarrangiamento dovuto alla fusione di due frammenti di geni, presente nel 5-7% dei pazienti con cancro del polmone non-a-piccole cellule, con una maggiore incidenza in pazienti più giovani ( sotto i 50 anni ) e non-fumatori.
In presenza dell'alterazione viene prodotta una proteina mutata che promuove la crescita tumorale e la metastatizzazione delle cellule neoplastiche. ( Xagena_2021 )

Fonte: Pfizer, 2021

Xagena_Medicina_2021